Letteratura e linguaggio plastico nel fare artistico di Leonetti e Pomodoro. (Collegio Borromeo, Pavia, settembre-ottobre)
Nel 1963 Leonetti si trasferisce a Milano e incontra Arnaldo Pomodoro. Fino alla scomparsa dello scrittore nel 2017, i due intrattengono uno stretto rapporto di amicizia e uno scambio intellettuale continuo. Questa iniziativa si propone di analizzare, attraverso il contributo di critici letterari e storici dell’arte, la complessa poetica che sta all’origine di questa innovativa collaborazione e che converge nell’idea che il fare artistico si canalizzi attraverso diversi sistemi semiotici ed espressivi. La sperimentazione artistica di Pomodoro è, sin dagli esordi, contrassegnata da un costante interesse per la letteratura e la poesia, spesso immaginando la sua scultura come una forma di scrittura. Leonetti, d’altra parte, è stato uno scrittore quanto mai atipico, irriducibile alla prassi letteraria, che si è contraddistinto per la capacità di inventare nuove forme espressive attraverso la contaminazione di media diversi. Il sodalizio tra i due si è, quindi, sviluppato all’insegna di una poetica improntata alla polifonia di linguaggi, oltre che di una posizione comune verso lo sperimentalismo delle avanguardie artistiche novecentesche e di una ricerca che può essere ricondotta alla relazione dialettica e dinamica tra continuità con il passato e rottura innovativa.
19 settembre
Inaugurazione dell’esposizione di opere nate dalla collaborazione Pomodoro/Leonetti e di materiali d’archivio (libri, lettere, fotografie, ecc.).
3 ottobre
Tavola rotonda
Clelia Martignoni (Università di Pavia) - introduzione e coordinamento
Federico Giani (Fondazione Arnaldo Pomodoro) (argomento in via di definizione)
Aurora Donzelli (Università di Bologna) - Tra scrittura e scultura: Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti in un dialogo tra paleoantropologia e semiotica
Giorgio Zanchetti (Università Statale di Milano) - Sul carteggio Pomodoro/Leonetti
Eleonora Lima (Trinity College, Dublino) - Francesco Leonetti: seguendo l’arte lunga di Arnaldo Pomodoro